Trincee e postazioni | Valle dei Mocheni

Valle dei Mocheni

Progetto arch. Giovanni Pezzato e arch. Roberto Pezzato

Il progetto per il ripristino, la valorizzazione e il restauro dei siti della Prima Guerra Mondiale è nato nel 1998 grazie ad un’iniziativa degli Alpini di Fierozzo, che, da anni, sono impegnati nella raccolta di immagini, materiali, documentazioni storiche e testimonianze della Grande Guerra nella Valle del Fersina. Il progetto è stato condiviso dalle Amministrazioni dei Comuni di Palù del Fersina, Fierozzo e Frassilongo, dalla Soprintendenza per i Beni architettonici della Provincia di Trento ed è stato affidato agli architetti Giovanni Pezzato Roberto Pezzato.
L’obiettivo era recuperare un itinerario della memoria facilmente accessibile a tutti i tipi di escursionisti; i lavori hanno portato alla realizzazione di un museo a cielo aperto, distribuito tra 900 e 2200 m; il percorso copre 19 km. Gli interventi proposti hanno interessato in particolare la linea delle trincee che correva lungo il crinale delle cime che collegano la Valsugana alla Valle di Fiemme: monti Fravort, Gronlait, Pizzo Alto, Monte del Lago, Sasso Rosso, Sasso Rotto, Cima Sette Selle, Monte Slimber, Monte Ruioch, Lago di Erdemolo, Rifugio Sette Selle e Valcava.
Le aree interessate ricadono nei comuni di Frassilongo, Fierozzo e Palù del Fersina.

Gli interventi si sono concentrati sulla valorizzazione dei manufatti esistenti, e dunque sulla predisposizione degli interventi necessari ad arginarne il deterioramento; altri, invece, hanno puntato sul loro recupero parziale o integrale, mediante opere di consolidamento o ripristino.
Gli interventi hanno interessato soprattutto:
- la viabilità
- il recupero ambientale delle aree interessate dai siti
- il risanamento conservativo dei siti di maggior interesse
- il ripristino completo di alcune baracche
- la predisposizione di segnaletica esplicativa
- la predisposizione di allestimenti integrativi.

Uno degli obiettivi più ambiziosi ma anche irrinunciabili del progetto consisteva nel procedere con un intervento di restauro in cui materiali e metodologie costruttive fossero sostanzialmente fedeli agli originari: in linea con questo orientamento, le murature, anche in considerazione della lunga durata delle elevazioni preesistenti, sono state realizzate interamente a secco, senza l’uso di cementi o composti chimici.
Le condizioni di deterioramento delle parti lignee, quali le pavimentazioni di trincee e baracche, o la copertura e le elevazioni dei manufatti ripristinati per intero, hanno, invece, reso indispensabile sostituirle integralmente, ma ciò è comunque avvenuto nel pieno rispetto delle metodologie del tempo e mediante l’uso di materiali analoghi a quelli riscontrati in loco.


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