Werk Gschwent | Forte Belvedere

Forte Belvedere

A partire dal 1907, in previsione di uno scontro militare con l’Italia sui confini meridionali dell’Impero, il comando austriaco diede inizio ad una massiccia fortificazione degli Altipiani di Folgaria Lavarone e Luserna allo scopo di garantirsi uno spazio di manovra per le truppe destinate all'offensiva verso la pianura veneta. Tra Cima Vezzena ad est e Dosso delle Somme a sud-ovest, vennero costruite sette imponenti fortezze che tra il maggio e l’agosto 1915 impedirono di fatto i tentativi di sfondamento italiani e nel maggio dell’anno successivo permisero l’offensiva che fece arretrare la linea di difesa italiana fin sulle alture di Asiago.

Realizzato tra il 1909 ed il 1912 su progetto del capitano Rudolf Schneider su un promontorio che sovrasta la Val d'Astico, nei pressi della frazione Oseli di Lavarone e a quota 1177 metri, esso operava assieme a forte Cherle-San Sebastiano.

L'opera ha un’estensione pari a forte Serrada e si distingue per la semplicità delle soluzioni planimetriche adottate sfruttando, come per il forte Pozzacchio, uno sperone roccioso e un avallamento del terreno che permetteva di “sprofondare” di tre livelli la casamatta principale.
L'opera è divisa in due parti: la posteriore (verso l'altopiano) era una casamatta in pietra calcarea lavorata a scalpello che raggruppava tutti i servizi, l'anteriore (verso valle), scavata quasi interamente nella roccia, racchiudeva postazioni e osservatori. A fianco della casamatta, troviamo il cofano di gola a difesa dell’ingresso. Il fossato frontale, verso valle, era controllato da un fortino di controscarpa armato di mitragliatrici e unito alla casamatta principale da galleria sotterranea. Sui tre piani della casamatta si dislocavano gli alloggi, i depositi, i locali tecnici, l’infermeria e un colombario che ospitava le bare di zinco per i caduti.

Il forte aveva un controllo totale sulla Val d’Astico e sulle strade di accesso a Carbonare. Era armato con 3 obici da 19 cm M 09, 22 mitragliatrici MG da 8 mm M 07. Il suo faro fendeva l’oscurità della Val d’Astico illuminando la strada da Passo della Vena all’osteria Fiorentini. Altri riflettori a scomparsa si trovavano lungo i camminamenti.

Subì un forte bombardamento nei primi giorni di guerra ma nonostante le perdite, rimase saldamente in mano austriaca. Dopo la Strafexpedition fu rimesso in efficienza come “sentinella” della Val d’Astico. Attualmente ospita un museo .

Come raggiungerlo
Da Lavarone Chiesa a destra fino a Lavarone Cappella, seguire le indicazioni per Oseli e dopo circa 1 km, girare a sinistra.

Circuito dei forti
L'opera fa parte del Circuito dei forti.

Il museo offre visite guidate, attività didattiche e laboratori sul territorio, accesso facilitato per disabili, caffetteria, libreria, shop, area pic nic.


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