Malga Zures e Dosso Alto di Nago

Dosso Alto di Nago_Malga Zures_Tamburini

Malga Zures fu uno dei luoghi più delicati della linea difensiva austriaca nel settore dell’Alto Garda. Data la sua posizione strategica, gli austriaci la fortificarono in maniera particolare.

Tra il 30 ed il 31 dicembre 1915 qui si consumò uno degli episodi più violenti della guerra in questi territori, con gli italiani che tentarono di occupare la zona ma vennero respinti. Per tutto il conflitto la posizione rimase saldamente in mano agli austriaci, con gli italiani molto vicini, stanziati a Doss Casina, Doss Remit e Doss Alto.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
L’area di malga Zures è facilmente raggiungibile da Nago salendo la strada per l’Altissimo. Negli ultimi anni quest’area, come quella di Doss Alto, è stata recuperata grazie all’intervento di volontari ed ora è valorizzata dall’associazione 1 Territorio 2 Fronti.
Qui cominciano, simili ad una punta di freccia, le pareti rocciose delle Navesele e del Segróm e quelle che sovrastano passo San Giovanni e la Mala. Lungo l’itinerario si incontrano numerose opere in caverna delle quali si sconsiglia la visita.
Lasciata l’auto di fronte ad un edificio in muratura, ci si addentra ad ovest nel sistema difensivo austro-ungarico, costituito da alcuni dossi collegati tra loro da gallerie e tratti di trincea. Con un breve sentiero in salita si arriva in pochi minuti alla sommità del dosso più pronunciato, conosciuto anche con il toponimo di Cronèla, dove presso una croce si trova un primo manufatto militare. Ritornando sulla strada e scendendo il vicino sentiero possiamo raggiungere le retrovie del caposaldo poste alla base del dosso. Seguendo il tracciato, tra terrazzamenti e ricoveri in caverna, si costeggia la parete rocciosa e si sbuca sulla strada dei Bròzi, antica via per l’Altissimo. Salendo, si raggiunge in breve la Bocchetta del Foràm, una profonda insenatura rocciosa presso la quale si apre una delle più articolate gallerie del complesso (si sconsiglia la visita delle gallerie). Superata la bocchetta si incontra una forestale che riporta alla strada per l’Altissimo. Da qui a oriente, sul lato opposto del dosso con la croce, parte il sentiero per Sasso Sega e Doss Alto, che aggira la zona di Zures e sale leggermente fino alla quota di 800 metri. Qui si incontrano i ruderi di Sasso Sega, noto localmente con il toponimo di Sportèl; questa era la posizione italiana più avanzata verso malga Zures e non fu mai espugnata. Qui venne realizzata una galleria con numerose finestre di sparo, in appoggio al presidio di Doss Alto.
Poco sopra vi sono i resti di un piccolo cimitero di guerra.
Da Sasso Sega il sentiero riprende a scendere e porta in mezz’ora a Doss Alto. L’altura fu conquistata dall’esercito italiano nel dicembre 1915 e in seguito fortificata con una lunga galleria. L’opera offriva attraverso le sue feritoie un eccellente controllo sul lago di Loppio e sull’omonimo paese e consentiva di scorgere i movimenti sulla prima linea austriaca. La galleria, che ospitava anche un piccolo cannone da montagna, fu dotata di un pozzo di areazione che sbucava in superficie presso la sommità, con un osservatorio e una postazione per mitragliatrice. Il pozzo esiste tuttora, attenzione al pericolo di cadute! Il 15 giugno 1918 gli austriaci riconquistarono Doss Alto, ma lo persero nuovamente il 3 agosto quando i reparti d’assalto italiani, calandosi dal pozzo di areazione, sorpresero e catturarono la guarnigione della galleria. Poi furono i legionari cecoslovacchi a presidiare l’altura e a difenderla in occasione dell’ultimo scontro del 21 settembre 1918. Questa una loro testimonianza sulle condizioni di vita nella galleria: «Chi aveva passato quattro o cinque giorni nel tunnel di Dosso Alto cambiava fino ad essere irriconoscibile. Intirizzito, pallido, con gli occhi rossi, in un certo qual modo trasparente e malato... Era un buco da talpe e vi si faceva una vita da cani».
Visitato Doss Alto, si fa ritorno a malga Zures e all’auto percorrendo il sentiero dell’andata.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Tiziano Bertè, Arditi e Alpini sul Dosso Alto di Nago (1915-1918), Museo Storico italiano della Guerra, Rovereto, 2005
- Mauro Zattera, Donato Riccadonna, Sentieri di confine: l’Alto Garda e Ledro nella Prima guerra mondiale, Associazione Riccardo Pinter, Museo Storico italiano della Guerra, Rovereto, 2008
- Dario Bellini (a cura di), Con Boccioni a Dosso Casina. I testi e le immagini dei futuristi in battaglia, Nicolodi, Rovereto, 2006
- Giovanni Fioroni, La Valle di Gresta e la Valle del Cameras nella prima guerra mondiale 1915-1918, Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto, 1988


Gallery