Monte Cadria

Monte Cadria_croce di vetta_MGR

La natura potente del monte Cadria ospita ancora numerosissimi segni del fronte Nozzolo-Cadria, presidiato da truppe scelte dei Kaiserjäger: trincee, fortificazioni, vasche per la raccolta dell'acqua, resti di teleferiche e di stazioni radiotelegrafiche. Qui l'esercito italiano giunse presto approfittando dell'evacuazione dei paesi della valle di Ledro a opera degli austro-ungarici. Le truppe risalite del bresciano e da Storo puntarono alle cime già nell'autunno del 1915 riuscendo a conquistare alla baionetta, il 10 dicembre, la cima orientale del monte Vies e poco dopo anche quella occidentale.

Nel 1916 e 1917 fu però l'inverno a mietere le sue vittime con le valanghe mentre nel maggio del 1918 si ebbero ulteriori combattimenti sul monte Nozzolo.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO:
L'escursione richiede un buon allenamento e dimestichezza con i sentieri d'alta montagna – sia per il dislivello sia per il passo fermo richiesto in certi tratti – ma permette di esplorare l'intero fronte e di comprenderne l'andamento.
Si parte dall'ex stazione idroelettrica di Lenzumo raggiungibile in automobile percorrendo la valle di Ledro, la val di Concei fino a Lenzumo e, un chilometro dopo il paese, svoltando a sinistra lungo la val Molini (segnavia SAT 423).
Una volta parcheggiato si cammina per circa un'ora lungo una strada sterrata che sale rapidamente di quota fino a malga Vies e i suoi 1556 metri di altitudine. In breve il tracciato si trasforma in sentiero e incrocia una lapide dedicata agli alpini del Battaglione Vestone e alla loro conquista del monte Vies nel 1915.
La salita prosegue e porta ai 1914 metri di malga Cadria dove si svolta a destra per il segnavia 423 che punta alla vetta del Cadria lungo la dorsale. Un sentiero emozionante, un vero tuffo nella storia con testimonianze perfettamente conservate e una cresta finale che richiede grande attenzione nel procedere ma offre bellissimi panorami. Dalla vetta non proseguiamo per il sentiero 455 che porta alla bocca di Tortaval ma giriamo a sinistra per un itinerario non segnato e più basso rispetto al 423: visibile nel suo sviluppo, ci permette di rientrare, con la giusta attenzione, verso malga Cadria.
Da qui non rientrate sul percorso dell'andata ma svoltate a destra seguendo l'itinerario – non segnalato ma intuibile – che conduce alla Pozza di Cadria: trovate un laghetto, resti delle vasche austriache per la raccolta dell'acqua e di una teleferica che risaliva da malga Ringia e, sulla sinistra, la mole del monte Nozzolo Grande segnato da un ricco complesso di strade e caverne. L'ultima salita della giornata vi porta sulla sua cima. Una traccia di sentiero ne risale il pendio. Percorretelo per circa quattrocento metri e all'altezza di un tornante sulla destra con resti della stazione radiotelegrafica puntate verso la vetta risalendo la dorsale per una traccia di cammino nell'erba alta. Sulla cima ad attendervi anche una lapide con una frase dai diari dell'ufficiale austro-ungarico Felix Hecht.
Il rientro è obbligatoriamente lungo l'itinerario dell'andata con la discesa a malga Cadria e quindi ai mezzi lasciati all'ex centrale idroelettrica di Lenzumo.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Mauro Zattera, Donato Riccadonna, Sentieri di confine: l’Alto Garda e Ledro nella Prima guerra mondiale, Associazione Riccardo Pinter - Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto, 2008.
Giovanni Fioroni, La Valle di Ledro nella prima guerra mondiale 1915-1918, Temi, Trento, 1993.
Dante Ongari (a cura di), Felix Hech, Diario di guerra dal Cadria e dallo Stivo, Società di studi trentini di scienze storiche, 1983.


Gallery