Monte Carone

Monte Carone

L’escursione da passo Nota al monte Carone è breve e richiede circa mezza giornata: la si considera per escursionisti esperti per il fatto che l’ultimo tratto del sentiero “Agostino Tosi” è aereo e un po’ esposto, ma la presenza di cordini metallici rende i passaggi sicuri.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
Da Riva del Garda si percorre la Gardesana Occidentale fino a Limone; qui si seguono le indicazioni per Tremosine, Vesio e passo Nota (a 9 km da Vesio). Si parcheggia a 300 metri dal rifugio degli Alpini, in corrispondenza dell’ultimo tornante verso destra, dove è possibile vedere una fontana costruita dal genio militare italiano durante la Grande Guerra.
Superato il rifugio degli Alpini dopo cinquanta metri si svolta a destra seguendo il segnavia 421 in direzione Bocca dei Fortini (a sinistra il sentiero scende in val di Ledro). In 15 min su comoda mulattiera si raggiunge passo Bestana (1.274 m), poi si scende aggirando un piccolo stagno e si prosegue in piano restando sulla strada (ignorare alcuni sentieri laterali) fino alla Bocca dei Fortini (30 min): a questo bivio si mantiene ancora la destra (direzione Baita Segala); nel bosco si scorgono ruderi di edifici  e caverne quasi inghiottite dalla vegetazione. In pochi minuti si  incontra sulla destra un’area attrezzata per pic-nic; sulla sinistra si diparte invece il segnavia 105 (Agostino Tosi), il tratto più faticoso dell’escursione, ma decisamente il più bello e ricco di testimonianze. Inizialmente il sentiero sale dolcemente in mezzo al bosco, compiendo ampi tornanti: poi  appare improvvisamente un canalone che si risale grazie ad una spettacolare scalinata (circa 250 gradini) costruita nella roccia durante la guerra dagli Alpini.
Usciti dal canalone si prosegue per dieci minuti tra ruderi di baraccamenti e postazioni: dalla vetta la vista si apre sul gruppo del Baldo, il lago di Garda, il lago di Ledro, mentre sullo sfondo svettano il Carè Alto, la Presanella e il gruppo del Brenta. La croce di vetta è stata costruita dagli Alpini di Molina di Ledro utilizzando residuati bellici quali filo spinato e gli elmetti dei due eserciti contendenti. Proseguendo sulla cresta verso est per circa 5 minuti si giunge ad un rilievo dove si trovano i resti ottimamente conservati di una postazione d’artiglieria antiaerea.
Per il ritorno si torna alla croce di vetta, si scende per alcuni metri sul sentiero dell’andata e si imbocca quindi il segnavia  613 (direzione Baita Segala). In mezz’ora si giunge a passo Mois, si segue verso destra una mulattiera che porta in pochi minuti ala Baita Segala: poco prima della baita, sulla destra, si trova una graziosa chiesetta dedicata a San Giovanni Nepomuceno. Proseguendo si giunge all’area pic-nic in prossimità della quale si diparte il sentiero “Agostino Tosi”: in questo punto ci si ricongiunge col cammino dell’andata, si rimonta il passo Bestana prima di tornare al passo Nota. Una visita al vicino cimitero militare (5 min) è la maniere ideale per concludere questo itinerario, carico di storia e di emozioni.

IL MONTE CARONE E LA GUERRA
Durante la Grande Guerra il monte Carone fu trasformato dai comandi italiani in un grande complesso militare: lo scopo era quello di sbarrare la strada ad eventuali offensive austriache nella zona del lago di Garda.
Sulla linea Cima Vil – monte Carone – Bocca dei Fortini (centro di comunicazione tra i diversi settori) furono realizzati numerosi alloggi per le truppe e depositi.
Il grandioso panorama che si può godere oggi dalla cima del monte Carone fa intuire facilmente l’importanza strategica del sito. La cima era quindi  altamente strategica per il controllo di questo settore: nei punti più esposti si trovavano luoghi di osservazione, numerose le piazzole per l’artiglieria e artiglieria antiaerea (una, come s’è detto, a tutt’oggi in buon stato di conservazione); la postazione era dotata di un potente faro proiettore.
Sulla linea del Carone fu presente dal febbraio 1916 Cesare Maria De Vecchi, comandante d’artiglieria della batteria di Bocca Fortini e futuro quadrumviro nella Marcia su Roma nel 1922.

Un’importante testimonianza sull’organizzazione di questo tratto di fronte è fornita da Giuseppe Cipelli, detto il “comandante fotografo”, che ha lasciato scritti ed immagini di grandissimo valore. Giovane sottotenente dei bersaglieri, emiliano di Fiorenzuola d’Arda, dopo aver partecipato come volontario alla guerra di Libia, giunse in val di Ledro nell’aprile del ’16; nel settembre di quell’anno assunse il comando della batteria d’artiglieria del monte Carone. Per approfondire la figura di Cipelli, si rimanda al lavoro di Domenico Fava.

RIFERIMENTI BILBIOGRAFICI
- Domenico Fava, La Grande Guerra sul fronte tra il Garda e Ledro. Le fotografie e gli scritti del tenente Cipelli, Il Sommolgo, Arco 2000
- Giovanni Fioroni, La Valle di Ledro nella prima guerra mondiale 1915-1918, Temi, Trento 1993
- Mauro Zattera, Donato Riccadonna, Sentieri di confine: l’Alto Garda e Ledro nella Prima           guerra mondiale, Associazione Riccardo Pinter; Museo Storico italiano della Guerra, Rovereto 2008


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