Monte Cauriol

Monte Cauriol

Il percorso a piedi parte dal rifugio Cauriol. Il modo più semplice per raggiungerlo è da Ziano di Fiemme, seguendo le indicazioni  per la valle di Sadole e risalendo la strada, molto ripida e tortuosa ma asfaltata nella prima metà, che in circa otto chilometri porta al rifugio e all’adiacente malga Sadole, dove si può lasciare la macchina.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
Si prende imbocca la strada militare (segnavia n. 320) che diventa ben presto mulattiera e poi sentiero. Si passa per il Pian della Maddalene, si supera un’indicazione per il monte Cardinal, che torreggia maestoso sulla sinistra e dopo 40 minuti circa di marcia si raggiunge Baita Sadole, a quota 1771 metri. Poco più avanti si incontra l’incrocio tra “via italiana” e “via austriaca”, punto di congiunzione di questa escursione; si prende la “via italiana” e in circa 45 minuti si giunge a passo Sadole (2.066 m).
La zona del passo è ricca di resti di trincee, ruderi di postazioni e baraccamenti militari.
Si prende il sentiero in costa per il Cauriol, si aggira tutta la mole del Piccolo Cauriol e dopo un'impegnativa salita si guadagna la Selletta Carteri (2343 metri), forcella tra le due cime. L’ultimo tratto di salita si snoda tra rocce e facili passaggi di primo grado, la fatica è premiata da un superbo panorama sulle Dolomiti di Fassa e Cima d’Asta.
Per il ritorno si scende alla Selletta Carteri e si imbocca la “via austriaca”: il percorso passa in mezzo a pietre e rocce, all’interno di un vasto canalone ghiaioso che la gente del posto chiama “Maseron”. Le segnalazioni frequenti (“omini” in pietra) aiutano a compiere una discesa graduale, mentre al termine del canalone si ha modo di apprezzare quel che resta degli antichi camminamenti militari, ben conservati ma in parte coperti dalla caduta di alcune frane. Ritrovato più avanti il segnavia n. 320 si torna al rifugio Cauriol per il medesimo percorso dell’andata.

IL MONTE CAURIOL E LA GUERRA
Il Cauriol è una delle “montagne sacre” della Grande Guerra, che i Comandi italiani vollero conquistare ad ogni costo. Gli alpini, guardando la montagna prima d’assaltarla, si chiedevano se fosse possibile scalarla alpinisticamente, prima che conquistarla con le armi; l’avvicinamento alla vetta si effettuò allo scoperto, di fronte ad avversari schierati su posizioni più alte e decisamente più vantaggiose e comportò un elevato numero di vittime.
Alle 19.50 del 27 agosto del 1916, due battaglioni alpini (il Feltre e il Monrosa), accompagnati da un forte tiro preparatorio delle artiglierie e dopo tre assalti respinti dai fanti austriaci, conquistarono la vetta, facendo 17 prigionieri e impossessandosi di armi e materiali.
Nell’assalto cadde alla testa del proprio plotone, a pochi metri dalla cima, colpito da una palla alla testa, il sottotenente Attilio Carteri della 65 Compagnia del battaglione alpini Feltre: al suo nome è stata dedicata la forcella che, separa il Piccolo dal Grande Cauriol.
Gli austriaci rinunciarono a contrattaccare, poiché assai carenti di munizioni.
A fine ottobre 1917 la zona venne abbandonata dalle forze italiane a seguito dello spostamento del fronte conseguente alla rotta di Caporetto, lasciando complessivamente sul campo circa 10.000 caduti da parte italiana e pressoché altrettanti da parte austriaca, vittime sia della guerra che del terribile inverno precedente.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Luca Girotto, Sull'aspre cime del monte Cauriol, Aviani Editore 2007
- Aldo Zorzi, Monte Cauriol 1916, Ziano di Fiemme 2007


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