Forte Cherle e la Scala dell'Imperatore

Forte Cherle

Forte Cherle è facilmente raggiungibile in automobile percorrendo la strada provinciale (N. 142) che da passo Sommo porta ai Fiorentini. Qui però proponiamo un itinerario alternativo che segue il Sentiero
della Pace.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
Da San Sebastiano (parcheggio accanto al cimitero) seguiamo, superata la Provinciale, il Sentiero delle Télder che indica come destinazione Forte Cherle. Ci inoltriamo nel bosco, arriviamo al villaggio di Tézzeli, scendiamo fin sul corso del torrente Astico (nei pressi c’è una ‘calchera’, una fornace per la produzione della calce), passiamo accanto alla segheria dei Mein (segheria idraulica ‘alla veneziana’, risalente al 1880) e giungiamo in località San Fermo, dove anticamente esisteva un villaggio di carbonai, distrutto nel
1752 nell’ambito di una secolare vertenza confinaria con la Comunità di Folgaria. Ilsentiero sale in mezzo al bosco e porta nei pressi dell’ex cimitero militare. Una stele eretta dalla guarnigione del forte ricorda i soldati caduti in questo settore; le salme che vi erano sepolte furono riesumate a guerra conclusa e trasferite nel cimitero militare di Folgaria.
Prima di incamminarci verso il forte, suggeriamo di attraversare la strada provinciale e salire lungo la cosiddetta Scala dell’Imperatore, realizzata nel 1917 in onore dell’Imperatore Carlo d’Asburgo. Questa scalinata, composta da circa duecento gradini realizzati in pietra, permetteva di raggiungere l’ospedale militare di Val Fredda, posto poco più in alto. L’ospedale, del quale rimangono solo i muri perimetrali, venne realizzato nelle vicinanze del fronte ma in posizione defilata e al riparo dai tiri dell’artiglieria nemica.
Completata la visita ai ruderi dell’ospedale, si rientra per il medesimo percorso o seguendo la comoda strada forestale che scende il versante, fino a giungere nei pressi del cimitero. Continuando per la strada ci si inoltra nel bosco e dopo circa 15 minuti si raggiunge forte Cherle, posto a 1445 m di quota. Chiamato anche “Werk Sebastiano”, per non confonderlo nelle comunicazioni militari con forte Verle, venne costruito tra il 1910 e il 1914. Era costituito da due corpi di fabbrica, collegati da un corridoio: il corpo delle casematte, dove alloggiavano i soldati, ed il blocco delle batterie. Era circondato da un fossato controllato da un fortino di controscarpa e da tre fasce di reticolati. Il forte era organizzato in modo da poter resistere in completo isolamento per oltre trenta giorni, senza rifornimento di viveri o munizioni. Fin dai primi mesi di guerra subì pesanti bombardamenti da parte delle batterie italiane del forte Campomolon, come testimoniato dai crateri ancora oggi visibili sui pascoli che lo circondano. Nel dopoguerra subì pesanti danni da parte dei recuperanti che ne asportarono il metallo inserito nella copertura.
Nonostante un’importante opera di recupero, il forte è in gran parte inagibile. I lavori di pulizia hanno reso percorribile il fossato e alcuni spazi interni; attraverso gli stretti corridoi si può salire sulla parte sommitale, dove un tempo erano collocate le artiglierie. I pannelli dislocati lungo il percorso offrono informazioni storiche e relative alla costruzione del forte. Guardando in direzione dell’altipiano di Lavarone è possibile individuare l’osservatorio di monte Rust, forte Belvedere, il forte osservatorio di cima Vezzena, forte Luserna e il forte italiano di cima Verena. Recentemente attorno al forte è stato realizzato un sistema di illuminazione che lo rende visibile anche di notte.
Il rientro avviene per il medesimo tragitto.


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