Sasso Gambarile

Galleria sul Sasso Gambarile

Il Sasso Gambarile è un roccione isolato, situato sulla destra idrografica del fiume Brenta. Precedentemente conosciuto come “il Dito” per via della sua forma, durante la guerra assunse il nome dell’ufficiale che ne diresse i lavori di fortificazione.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
Si parte da località Oltrebrenta di Villa Agnedo. Parcheggiata l’automobile nei pressi dell’incrocio per l’agritur Prà dei Pezi, si prosegue a piedi in direzione est, per svoltare poi nella prima strada a destra (località Brustolae, indicazioni per Sasso Gambarile). Si cammina prima su asfalto, poi su sterrato e la segnaletica è presente ad ogni incrocio. Dopo circa 20 minuti di cammino, al termine di un tratto in discesa, si incontra un bivio senza cartelli. Qui bisogna prendere la strada in ripida salita, che dopo qualche decina di metri torna ad avere una pendenza moderata e si snoda in una serie di tornanti in mezzo al bosco. In altri 20 minuti si giunge ai piedi del Sasso Gambarile, dove una panchina invita a fermarsi per riprendere fiato.
Questa posizione, ignorata fino al 1916, assunse un ruolo importante dopo la Strafexpedition. La prima linea italiana, infatti, si stabilizzò lungo il costone che termina con questa altura, la quale fu trasformata nel caposaldo principale del sistema difensivo in destra Brenta. Qui vennero realizzate postazioni per mitragliatrici e artiglierie, trincee, caverne per il ricovero delle truppe e il deposito di materiali, una stazione per riflettori. La zona era servita da un impianto idraulico, due generatori fornivano la corrente elettrica e le comunicazioni erano garantite da un centralino telefonico. Qui aveva sede anche il comando del battaglione che presidiava il settore. Un camminamento coperto permetteva il collegamento con il trincerone di Ospedaletto; nel bosco a est della prima linea sorsero baraccamenti per cucine, dormitori e magazzini, nascosti alla vista del nemico dalla vegetazione.
Si consiglia di visitare il caposaldo partendo dalla base. La galleria che si trova all’estremo margine inferiore è la più lunga. È sicura, ma piuttosto bassa, quindi per l’accesso è meglio essere muniti di caschetto e, naturalmente, di torce elettriche. Nella parte iniziale tre rami laterali portano ad altrettante feritoie, mentre nel secondo tratto non ci sono aperture verso l’esterno. Il cunicolo si interrompe dopo qualche decina di metri. Si può incontrare qualche pipistrello addormentato, che si raccomanda di non disturbare con grida o luci: sono animali molto sensibili e assolutamente innocui.
Più in alto si trova un’altra apertura, che dà accesso a due stanzoni. Da quello di destra un pozzo sale in verticale e si collega ad una galleria il cui ingresso è visibile dall’esterno, senza, però, essere raggiungibile.
Il sentiero continua a salire, passando vicino ad altre cavità e raggiungendo, infine, una selletta dove sono posizionate alcune panchine. A destra si apre una galleria la cui feritoia offre un bel panorama sulla valle e sul Lagorai occidentale. Seguendo con prudenza la traccia munita di cordini di sicurezza, si può raggiungere la cima del Sasso Gambarile. I cavi metallici contornano anche la sommità, garantendo la sicurezza di chi vi sosta. La vista, da qui, è spettacolare.
La discesa avviene sull’altro fianco del costone, per sentiero a stretti tornanti (dalla selletta indicazioni per Prà dei Pezi). Raggiunta in pochi minuti la strada forestale, la si percorre per intero, ignorando ulteriori cartelli e perdendo rapidamente quota. In breve si torna alla via dell’andata, che si seguirà fino all’automobile.


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