Forcella Ziolera e Monte Valpiana

Lapide sull'ex ospedale 'Herta Miller Haus

Durante la Grande Guerra le zone di passo Manghen, forcella Ziolera e monte Valpiana erano occupate dai soldati austro-ungarici, che da queste postazioni controllavano le valli di Calamento e Campelle. In queste zone le tracce della presenza militare sono ancora molto evidenti.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
Il percorso inizia da passo Manghen e nel primo tratto coincide con il sentiero SAT 322, che in circa 45 minuti porta alla forcella del Frate. Si iniziano a vedere segni di trincee e baraccamenti, tra cui quello del cappellano militare del battaglione Auer - un francescano - da cui il luogo ha preso il nome.
Si continua a camminare seguendo le indicazioni per forcella Ziolera. Nel punto in cui il sentiero inizia a scendere, per risalire successivamente al valico (brevissimo tratto con cordini metallici), si vedono ancora resti di baraccamenti; qui si trovavano le cucine e il comando del battaglione. Vicino alla forcella sono da notare il muro di sostegno costruito sotto la strada, ottimamente conservato, e il basamento in cemento della teleferica che saliva dal lago delle Buse e arrivava sul Valpiana.
Giunti a questo punto si può scegliere: chi se la sente di affrontare una camminata più lunga e su un terreno un po’ più difficile può proseguire verso monte Valpiana. Chi, invece, preferisce iniziare subito la discesa per rientrare a passo Manghen, deve seguire le indicazioni per il lago delle Buse.
Il percorso verso monte Valpiana prevede, per il primo tratto, la prosecuzione sul sentiero SAT 322. Dopo circa 20 minuti di cammino si incontrano, sulla sinistra, le quattro piazzole per artiglieria in pietra e cemento della cosiddetta “batteria Ziolera”. Poco più avanti, a destra, si possono vedere i ruderi del comando del settore Valpiana.
Giunti ai piedi di cima Todesca bisogna abbandonare i segnavia SAT e prendere la traccia non segnata ma molto evidente che si diparte verso destra, in direzione sud. Il sentiero che si dovrà seguire taglia la lunga e frastagliata cresta che, staccandosi dal crinale principale del Lagorai, si allunga verso meridione. Si cammina sulla vecchia mulattiera di arroccamento e lungo il tracciato i resti delle strutture militari sono numerosi. Il sentiero è un po’ esposto e percorrendolo bisogna fare molta attenzione. Spostandosi appena sopra la traccia si vedono le trincee e le postazioni della prima linea austriaca, costruite a secco, affacciate sulla val Campelle e sui monti di Rava. Superato un roccione che sembra in bilico sullo strapiombo e sul quale è applicata una staffa per i cavi telefonici, si arriva in pochi minuti ai ruderi della “Herta Miller Haus”, l’ex ospedale austriaco. Una lapide riporta il nome della struttura. Ciò che resta della costruzione è stato recentemente restaurato ed è protetto da una tettoia. In basso, oltre la cresta, c’è monte Setole, sul quale gli italiani si attestarono nell’autunno del 1915 e dal quale tentarono più volte e senza successo l’assalto a cima Valpiana.
Per tornare a forcella Ziolera si ripercorre la via dell’andata.
Per il rientro bisogna seguire il segnavia SAT 361, che ricalca la mulattiera militare e in circa 30 minuti conduce al lago delle Buse. Sulle sponde nord-occidentali dello specchio d’acqua sono visibili i resti della “casa dei trògheri” (dal tedesco tragen, portare), dove alloggiavano i prigionieri russi impiegati come portatori di materiali al fronte.
Poco oltre il lago il sentiero si biforca e il segnavia cambia: per arrivare a passo Manghen bisogna seguire il segnavia SAT 322A, prima in discesa e, nell’ultimo tratto, in salita.


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