Cavallazza

Cavallazza | Un tratto della cengia

Il nodo della Cavallazza era uno dei capisaldi austro-ungarici posti a difesa della val Travignolo: vi era stato predisposto un articolato sistema di trincee, camminamenti e postazioni in roccia. Con la sua posizione protesa verso il passo Rolle, il gruppo montuoso Cavallazza – Tognazza permetteva di tenere sotto controllo tutta la vallata del Primiero.

Dopo la presa del monte Castellaz da parte degli italiani, nell’autunno del 1915, i soldati imperiali dovettero abbandonare passo Rolle e l’esposizione di questi rilievi divenne il loro punto debole. Il 21 luglio del 1916 le truppe italiane attaccarono la Cavallazza e riuscirono a impossessarsi della cima principale, di tutta la cresta fino a passo Rolle e della vetta orientale del Colbricon. L’arrivo di rinforzi austro-ungarici decretò l’arresto dell’offensiva italiana e l’assestamento del fronte sulle nuove posizioni.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
L’escursione comincia a passo Rolle. Al margine di un grande parcheggio, vicino alla casa cantoniera, ha inizio una strada sterrata che porta verso la cresta della Tognazza. In breve ci si trova a risalire una pista da sci, lungo la quale sono visibili le feritoie di alcune postazioni scavate nella roccia.
Dopo poco s’incontra il primo segnavia, oltre il quale si abbandona la pista da sci per proseguire lungo un sentiero segnato da ometti in pietra. Una decina di minuti di cammino e si arriva ad un crocevia: l’indicazione da seguire è “Cavallazza Piccola – Stoli della Cavallazza”. Nei pressi di quest’incrocio è possibile visitare trincee, camminamenti e alcune gallerie.
Il tracciato risale ora il crinale orientale della Cavallazza Piccola. In una mezz’ora si arriva ad una biforcazione: il ramo di sinistra si snoda lungo una cengia sulla quale si aprono numerose, spettacolari postazioni con feritoie e finestroni. Il sentiero da qui fino alla vetta è attrezzato con un cordino d’acciaio che dà sicurezza nei punti più esposti. Se si preferisce evitare questo tratto, si può scegliere di dirigersi a destra, passando tra i resti di strutture militari; i due rami si ricongiungono poco lontano dai roccioni sommitali, anch’essi attraversati da gallerie.
In basso, sul versante della val Travignolo, giace il lago della Cavallazza, dal quale partiva una teleferica austriaca diretta alle postazioni sul crinale. Guardando verso la Cavallazza Grande, si nota invece il reticolo di trincee che solcano i fianchi del monte.
Si prosegue in discesa fino a forcella Cavallazza. Da qui si sale alla cima principale del gruppo in poco meno di mezz’ora, passando accanto ai resti delle trincee e dei camminamenti austro-ungarici, che in alcuni punti sono ancora ben conservati. Dalla vetta il panorama è molto ampio e spazia dalle vicine cime del Colbricon alle Dolomiti di Fassa, dalle Pale di San Martino ai monti del Primiero e del Vanoi.
La discesa verso i laghi di Colbricon, visibili a valle, è a tratti impegnativa a causa del terreno franoso. È quindi necessario camminare con prudenza per non scivolare e per non smuovere pietre potenzialmente pericolose per altri escursionisti.
Una volta arrivati ai laghi, vale la pena di compiere una breve deviazione in direzione del passo Colbricon, per vedere i ruderi del grande baraccamento che sorgeva a pochi metri dallo specchio d’acqua superiore.
Tornati sui propri passi, s’imbocca il sentiero 348 verso passo Rolle. Si arriva, così, a Malga Rolle, dalla quale si potrà tornare al passo in una quindicina di minuti di cammino lungo la strada asfaltata oppure seguendo le piste da sci a partire dalla stazione di valle degli impianti di risalita.


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