Forte Mero e Forte Zaccarana

Caserma forte Strino

L’itinerario porta alla scoperta di Forte Mero e Forte Zaccarana, che con il contrapposto Forte Pozzi Alti, vennero realizzati nei primi anni del Novecento a sbarramento del Passo del Tonale. Il percorso attraversa la prima linea austro-ungarica e la “terra di nessuno”. É semplice, adatto a tutti e offre uno splendido panorama delle cime dell’Alta Val di Sole.

Prima di intraprendere un’escursione invitiamo a verificare sempre le condizioni del tracciato da percorrere presso le Aziende di Promozione Turistica e sul sito della SAT Società Alpinisti Tridentini.

ITINERARIO
Dopo aver parcheggiato presso l’Ospizio di San Bartolomeo (1971 m), poco sopra Passo Tonale, ci si incammina lungo la vecchia strada del Tonale in direzione est. Lungo il sentiero si possono notare numerosi crateri provocati dalle bombe e resti di trincee della prima linea austro-ungarica; alle nostre spalle, verso il Tonale, c’era la “terra di nessuno”.
In circa 30 minuti si raggiungono i ruderi di Forte Mero (1840 m), realizzato tra il 1911 ed il 1913. Aveva lo scopo di sbarrare la vecchia strada del Tonale rinforzando Forte Zacarana (posto poco più in alto) e di tenere sotto controllo la parte opposta della Val di Vermiglio. Per rendersi conto della sua posizione strategica, basta salire sul tetto e osservare (grazie ai cannocchiali presenti nel punto attrezzato) il forte Pozzi Alti, Passo Paradiso e la conca del Presena. Forte Mero era stato pensato per la difesa ravvicinata ed era armato solo con sette mitragliatrici modello Schwarzlose (degli esemplari sono conservati al Museo di Vermiglio e al Museo di Pejo). All’epoca il forte si presentava come un edificio di calcestruzzo blindato ricoperto da un manto di terra che serviva a smorzare gli effetti delle esplosioni. Oggi rimane solo un cumulo di macerie, risultato del lavoro dei recuperanti; i lavori di recupero effettuati nel 2010 hanno liberato la struttura dalla vegetazione e l’hanno resa riconoscibile. Un aspetto curioso: su alcune pareti della parte posta più a valle sono ancora visibili le macchie di colore con le quali l’esercito austro-ungarico aveva cercato di mimetizzare il forte.
Chi desidera fare una pausa e godere del panorama può approfittare della limitrofa area sosta attrezzata.
Proseguendo lungo la strada si giunge al villaggio militare chiamato Caserme di Strino. In questo punto, riparato dalle artiglierie italiane, l’esercito austro-ungarico realizzò caserme, magazzini e un ospedale da campo. Oggi rimangono i resti di tre grandi edifici, alcuni basamenti per baracche e resti di posti di guardia, latrine, pozzi.
Lungo la strada che porta verso Forte Zacarana si incontrano numerosi posti di guardia: gallerie realizzate in calcestruzzo o scavate nella roccia, per proteggere uomini e pezzi di artiglieria leggera. Avvicinandoci al forte riconosciamo tracce delle trincee che rappresentavano l’ultima difesa.
Realizzato tra il 1907 ed il 1913, a quota 2096 m, Forte Zacarana era il più moderno ed efficiente dei forti del Tonale. Da qui si controlla l’ampia sella del passo, la catena dei Monticelli e il maestoso scenario formato dalla Presanella, dalla Busazza e dalla corona di cime che circonda le vedrette del Presena. Venne realizzato in calcestruzzo; sulla parte sommitale quattro cupole di acciaio girevoli contenevano obici e cannoni. Poteva ospitare 163 soldati e 4 ufficiali. Una galleria in calcestruzzo blindato collegava il forte a una postazione avanzata; il lato verso il Tonale (esposto a possibili attacchi italiani) era protetto da un fossato rinforzato da un muro di contenimento.
Anche questo forte si presenta oggi come un rudere: i recuperanti, per estrarre le corazze in acciaio, ne demolirono la copertura con l’esplosivo. Gli interventi di recupero realizzati nel 2010 hanno reso parzialmente visitabile l’interno: la visita (solo guidata!) è molto interessante per capire come vivevano i soldati all’interno dei forti della Prima guerra mondiale.
Il rientro all’Ospizio di San Bartolomeo avviene lungo il sentiero SAT n. 160 (circa 45 min); lungo il cammino si incontra qualche tratto di trincea quasi irriconoscibile.


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