La Guerra in Galizia e la presa della fortezza di Przemysl

di Alessandro Chebat

"Non si può evitare di avere l’impressione che ci sia stata troppa disgrazia nella resa di questa fortezza, [...] un’idea rafforzata dal comportamento degli ufficiali austriaci, un atteggiamento di completa indifferenza, una totale mancanza di orgoglio nazionale o di vergogna, [...], a riguardo dei loro uomini. Tutto ciò è confermato dal loro comportamento sul campo".
F. Nielson, Capt. 10 British Royal Hussars

Il 22 marzo del 1915 117.000 soldati austriaci si arresero alle forze russe dopo aver resistito per 133 giorni all’interno della fortezza di Przemysl, in Galizia, in quello che è stato il più lungo assedio della Grande Guerra. Erano gli ultimi sopravvissuti di un contingente di 127.000 uomini e 18.000 civili. 
L’assedio fu la conseguenza delle operazioni militari intraprese dalle forze austriache diversi mesi prima, durante l’estate del 1914, nel tentativo di attaccare la Polonia russa da sud. 
Allo scoppio del conflitto, il capo di stato maggiore austriaco feldmaresciallo Franz Conrad von Hötzendorf inviò tre corpi d’armata nella Galizia settentrionale. Gli austriaci riuscirono ad avanzare su un fronte di 320 km ottenendo importanti vittorie a Kraśnik e a Zamosc Komarów, grazie alle truppe guidate rispettivamente dai generali Victor Dankl e Moritz von Auffenberg. 
Non andava altrettanto bene sul versante meridionale del fronte, dove due corpi d’armata russi riuscirono a respingere la terza armata austriaca, ritiratasi presso la fortezza di Lwow e definitivamente sconfitta a Rova Russkaja. Con l’arrivo di nuove truppe russe da Nord, gli austro-ungarici furono costretti ad una ritirata di 160 km perdendo così buona parte della Galizia entro gli inizi di ottobre del 1914. Le forze austriache furono costrette a riparare sui Carpazi e la fortezza di Przemysl, nei pressi del fiume San, divenne l’ultimo baluardo di difesa contro l’avanzata zarista. Accerchiata dall’esercito russo che cercava di incalzare gli austro-ungarici nei Carpazi, la fortezza si trovò, di fatto, per molto tempo oltre le linee nemiche.
Il 24 settembre del 1914 vi fu il primo tentativo di assalto alla fortezza da parte della III armata russa guidata dal generale Radko Dimitriev che, pur conscio di non avere sufficiente artiglieria, ordinò un attacco frontale. Dopo tre giorni e 40.000 caduti da parte russa, l’assedio fu rotto grazie ad un’offensiva congiunta dei tedeschi guidati da Paul von Hindenburg, che attaccarono Varsavia, e degli austro-ungarici agli ordini dal generale Svetozar Boroević von Bojna, che riuscì a raggiungere la fortezza e a respingere Dimitriev oltre la linea del San. La temporanea rottura dell’assedio consentì l’evacuazione dei civili, ma già alla fine di ottobre Hindenburg fu sconfitto nella battaglia della Vistola e dovette ritirarsi, seguito da Boroević. L’arretramento consentì ai russi, guidati questa volta da Andrei Nikolaevich Selivanov, di tornare ad assediare la fortezza l’11 novembre 1914. Selivanov non ripeté gli errori del suo predecessore: evitando ogni attacco frontale attese che il nemico fosse stremato dall’accerchiamento per colpirlo con i nuovi reparti di artiglieria che giungevano dalle retrovie. L’assedio fu lunghissimo e intervallato da tentativi degli austriaci di rifornire e assistere gli assediati. 
Alla fine di febbraio Hötzendorf comunicò a Hermann Kusmanek von Burgneustätten, a capo della guarnigione della fortezza, che non sarebbero stati fatti ulteriori tentativi di rompere l’assedio. Il 13 marzo i russi aggirarono le difese a nord delle fortificazioni dando il via ad un attacco appoggiato da un martellante fuoco di artiglieria. Kusmanek tentò di prendere tempo nel tentativo di distruggere tutto ciò che il nemico avrebbe potuto riutilizzare. Il 19 marzo ordinò un contrattacco che non riuscì tuttavia a fare breccia tra le linee nemiche, costringendo la fortezza alla resa il 22 marzo 1915. Alla fine dell’assedio caddero nelle mani dei russi 9 generali, 93 ufficiali anziani e 2500 ufficiali. 
Przemysl rappresentava una metafora dell’Impero austro-ungarico: vi combatterono fianco a fianco austriaci, ebrei e polacchi che ricevevano ordini del giorno tradotti in 15 lingue. Anche se non seguì la temuta offensiva russa contro l’Ungheria, la perdita della fortezza pesò come un macigno sul morale delle truppe austro-ungariche. 
Riconquistata dai tedeschi nell’estate del 1915, la fortezza rimase in loro mano fino alla fine della guerra.


 

 

 


Gallery

Galizia. Interno di una trincea austro-ungarica realizzata con rami di nocciolo intrecciati [AF MSIGR 100/11]
Galizia. Baracche ricovero austro-ungariche presso la prima linea [AF MSIGR 100/14]

Link

https://encyclopedia.1914-1918-online.net/pdf/1914-1918-Online-eastern_front-2014-10-08.pdf 
https://encyclopedia.1914-1918-online.net/pdf/1914-1918-Online-lemberg-2019-04-18-V2.0.pdf
https://www.nationalww2museum.org/war/articles/world-war-i-stalingrad-siege-przemysl-alexander-watson-phd
https://www.youtube.com/watch?v=1q4eMhWz5hc
http://visit.przemysl.pl/en/64-przemysl-museum-of-przemysl-fortress


Letture

Andrea Di Michele, Tra due divise. La Grande Guerra degli Italiani d’Austria, Laterza, Roma-Bari 2018. 
Gianluigi Fait, Sui campi di Galizia: (1914-1917). Gli italiani d’Austria e il fronte orientale: uomini, popoli e culture nella guerra europea, Rovereto (TN), Museo Storico Italiano della Guerra, 1997
Alexander Watson, The Fortress: The Great Siege of Przemysl, Penguin Books Ltd, London 2020 
Mark von Hagen, War in a European borderland: occupations and occupation plans in Galicia and Ukraine, 1914-1918, Seattle/London, H.J. Ellison Center for Russian, East European and Central Asian Studies, 2007
Albert Pethö (Hrsg.): Belagerung und Gefangenschaft. Von Przemyśl bis Russisch Turkestan. Die Kriegserinnerungen des Dr. Richard Ritter von Stenitzer 1914-1917, Ares Verlag, Graz 2010