Tavola

L'odissea di Shackleton

“Quando è finita la guerra?” “Non è finita. In Europa si stanno ammazzando a milioni. Il mondo è impazzito.”
Sembrano siano state queste le parole scambiate, nel maggio del 1916, tra Ernest Henry Shackleton (1874-1922) e il direttore della stazione baleniera di Stromness, South Georgia.
Il capitano Shackleton era infine giunto, con una scialuppa di salvataggio prima, a piedi attraverso i ghiacci poi, di nuovo nella civiltà, deciso a trovare i mezzi per salvare gli uomini della Spedizione Endurance, partita nell'agosto del 1914, bloccata dai ghiacci nel gennaio 1915.
Da quella data in poi inizia l'epopea per il capitano e i suoi marinai, bloccati dai ghiacci, costretti ad abbandonare la nave, ad abbattere i cani da slitta, a nutrirsi di pinguini e otarie, e a combattere il gelo. Intenzionato a salvare ogni suo uomo e compreso che l'Impero Britannico, impegnato nella guerra, non avrebbe finanziato una spedizione di salvataggio, Shackleton ottiene aiuto dall'Uruguay e, solo nel gennaio 1917, porta in salvo gli uomini coinvolti nella spedizione e nel salvataggio; dell'equipaggio dell'Endurance non morì nessun uomo.
Si concluse così l'epopea della spedizione: partiti nel 1914 e tornati nel 1917, dopo un'incredibile viaggio, ritrovarono un mondo completamente cambiato, devastato dalla guerra; alcuni uomini, sopravvissuti all'avventura, moriranno sui campi di battaglia.